Siamo giunti alla fine di questo lungo percorso, formato da
numerosi “step” in cui abbiamo cercato di definire il colore preso in esame da
ciascuno di noi nelle sue molteplici sfaccettature.
Ecco che quindi è arrivato il momento di tirarne le somme,
descrivendo, in sintesi, tutti i passaggi che mi hanno permesso di mettere a
punto un’analisi approfondita, sotto diversi punti di vista, del colore che mi
è stato assegnato: il celadon.
Innanzitutto, data la mia forma mentis, mi è sembrato
opportuno dare una definizione dettagliata del colore al fine specificarne
tutte le caratteristiche generare e soprattutto dal punto di vista intrinseco
(STEP_1).
Nonostante il mio colore non sia particolarmente conosciuto,
è stato comunque indispensabile proporne una traduzione in alcune delle lingue
più parlate e non al mondo, come ad esempio, lo spagnolo, il francese, l’arabo,
il cinese, ma anche il latino (STEP_2).
Nello STEP_3, è stata proposta un’analisi del celadon
considerando le principali scale utilizzate nel mondo per la classificazione
dei colori in generale, ovvero la scala RAL, il sistema Pantone e l’RGB.
Al fine di tangere i più svariati ambiti delle nostre culture,
si è cercato di individuare il colore nel mito (STEP_4), in cui si è fatto riferimento
alla mitologia greca, in particolare a Demetra (“Madre Terra”) dea dell’agricoltura,
nutrice della gioventù e protettrice del matrimonio; seguono anche i
collegamenti con la musica (STEP_5), con la scienza (STEP_6), con il cinema (STEP_7)
in cui si è presentato il colore come sfumatura del verde, con la chimica (STEP_14)
in cui il colore si è materializzato nella fiamma e con le arti pittoriche (STEP_18).
Il celadon è stato anche associato alla saggezza popolare (STEP_8),
inteso come verde, in alcuni proverbi italiani, ma anche alla pubblicità (STEP_15),
in cui è stata presa in esame quella riguardante la Olivetti S.p.a. e al design
(STEP_16).
È stato anche importante capire come il colore viene usato
oggi per identificare la sfera emotiva e per guidare le nostre menti alla sola vista
di un simbolo, un emblema (STEP_10), la moda, di cui ho proposto un abito color
celadon della stilista Vera Wang (STEP_20) e l’architettura (STEP_22), portando
come esempio la lamina impiegata dagli islandesi per costruire le loro case.
Si è cercato un documento rappresentativo del celadon (STEP_11),
un fumetto, in cui comparisse il termine “verde” (in quanto il celadon non è
stato trovato) (STEP_13) e un “elemento” culinario color celadon, come la muffa
che appesta i cibi (STEP_12).
Ho pensato al verde, sfumatura del celadon come un colore “selvaggio”,
ponendolo in relazione con il colore della liturgia e della speranza (STEP_23),
e alla fine di questo step ho creato una nuvola riempiendola di parole che portassero
alla comprensione del colore in questione (STEP_24).
Il celadon, inoltre, parlando in prima persona, ha descritto
la sua particolare natura ed il suo essere inusuale e quasi sconosciuto per
molti (STEP_19), ma ben rappresentato da alcuni, tra cui Umberto Bossi, analizzato
nello STEP_21.
Lo STEP_17 si è proposto di verificare la presenza del
celadon in un brevetto, riguardante la generazione dello smalto di tale colorazione,
ed infine, a conclusione di questo percorso, è stato realizzato un abecedario
che assegnasse ad ogni lettera dell’alfabeto un termine direttamente
relazionato alla sfera semantica del celadon (STEP_9).
Il color Celadon mi ha permesso di intraprendere questo
percorso che ha arricchito il mio bagaglio culturale, grazie al fatto che mi
sono ritrovato ad esplorare degli ambiti nei quali non avrei mai pensato di addentrarmi.
Grazie!
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